Idee che fanno Bene. Una società più giusta, una società più sana
La nostra idea
di cura
Crediamo che essere curati sia un diritto umano fondamentale e che, come tale, debba essere riconosciuto a ogni individuo.
Perché le cure siano veramente accessibili, devono essere completamente gratuite; perché siano efficaci, devono essere di alta qualità.
Poco più di 25 anni fa iniziava il nostro viaggio, con l’obiettivo di fare qualcosa di giusto e necessario: costruire ospedali per curare bene e gratis le troppe vittime delle guerre contemporanee.
Dal Ruanda all’Iraq, dalla Cambogia all’Afghanistan, dalla Sierra Leone al Sudan fino all’Italia, passando per l’Algeria, la Palestina, l’Eritrea, la Serbia e tanti altri Paesi. Le tappe sono tante, e tutte accomunate dalla negazione di fatto del diritto di ogni essere umano ad essere curato, a causa della guerra o delle sue conseguenze.
Staff, volontari, sostenitori, persone che si sono avvicinate hanno aiutato come potevano, facendo la loro parte: ognuno di loro ha lasciato un segno. Anche i pazienti, più di 10 milioni, tra cui tantissimi bambini, hanno contribuito a tracciare il percorso.
È stato un viaggio ricco di sfide e imprevisti, ma anche di lezioni e scoperte. Spesso ci siamo trovati a navigare controcorrente, in un mondo che sempre preferisce la logica della guerra e della legge del più forte rispetto alla possibilità di lavorare ad una convivenza globale basata su diritti e valori condivisi.
Oggi assistiamo ad una regressione politica e culturale che ci spinge ad aggrapparci ostinatamente ai nostri privilegi, ad attaccare con odio tutto quello che ci appare diverso, a rinnegare il principio universale che una vita in pericolo vada salvata, a chiuderci nelle nostre fortezze, sempre più claustrofobiche, alzando nuovi muri. Noi però siamo convinti che questa deriva non sia inevitabile.
Alle barriere che chiudono, dividono, bloccano rispondiamo con i muri dei nostri ospedali che accolgono, uniscono e proteggono. L’ultimo nato avrebbe dovuto aprire nella primavera del 2020 sulle rive del lago Vittoria, in Uganda: un Centro d’eccellenza in chirurgia pediatrica per curare bambini provenienti da tutta l’Africa. Ma è un progetto che abbiamo dovuto rimandare a causa della pandemia di Covid-19 che ha colpito tutto il mondo, una sfida enorme a livello globale, ma che ci ha posto dinanzi a nuovi e urgenti bisogni anche in Italia.
Non potevamo sottrarci in un momento così difficile, proprio nel Paese in cui siamo nati, e abbiamo risposto nell’unico modo che conosciamo: rimboccandoci le maniche e attivando nuovi progetti. Dalle consegne a domicilio per le fasce più vulnerabili, al monitoraggio di strutture di accoglienza per migranti e senza tetto, fino alla terapia intensiva di un ospedale per malati di Covid-19.
C’è ancora tanto da fare e siamo pronti ad impegnarci: vogliamo continuare ad essere costruttori di pace e continuare a credere che un mondo migliore sia possibile, non solo necessario.